Formulario di identificazione dei rifiuti. L’ABC dei rifiuti, capitolo 3

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FIR per tracciare i rifiuti

Il formulario di identificazione dei rifiuti (FIR) è il tema di questo post a cura di Gianluca Telera.
In articolo precedente avevamo presentato questo documento molto importante per il trattamento dei rifiuti.

Il FIR, formulario di identificazione dei rifiuti, è un documento di accompagnamento da utilizzarsi durante il trasporto dei rifiuti.

Il trasporto degli stessi deve essere effettuato da un trasportatore autorizzato.

Il documento deve contenere tutte le informazioni relative alla tipologia del rifiuto, al produttore del rifiuto stesso,al trasportatore e al destinatario.

La parti del formulario di identificazione dei rifiuti

Vediamolo adesso nel dettaglio esaminando le diverse parti del FIR.

La prima parte del documento che dobbiamo compilare è quella relativa al produttore.

Poi, come accennato sommariamente sopra, dobbiamo indicare gli estremi del destinatario.

Vanno anche riportate le caratteristiche del rifiuto stesso e – importante – il codice CER e cioè il Codice europeo dei Rifiuti.

Di cosa si tratta? E’ un codice identificativo che è stato posto in sostituzione al codice Italiano.

Il CER viene assegnato a ogni tipologia di rifiuti in base a due elementi: la composizione e il processo di provenienza.

Il CER è invigore dal primo gennaio 2002 ed è composto da sei cifre.

Passiamo alle altre parti del FIR.

Vanno inseriti aggiunti la destinazione del rifiuto, la quantità e il percorso che il trasportatore dovrà fare.

Ci sono poi gli spazi per le firme del produttore e del trasportatore. Inoltre vanno riportate le caratteristiche del mezzo di trasporto.

Chi possiede i rifiuti dalla creazione allo smaltimento?

Come un oggetto può diventare un rifiuto dipende anche da determinate circostanze.

Facciamo un semplice esempio.

Supponiamo che bevo un caffè da un bicchierino di carta o di plastica.

In quel momento io ‘detengo’ il bicchiere che non è di mia proprietà ma che utilizzo per avere un servizio cioè la possibilità di bermi un caffè. Il bicchiere cioè fa da contenitore. Quando però ho finito di bere me ne voglio liberare. Lo getterò allora nel cestino dal quale un incaricato lo preleverà, assieme probabilmente ad altri oggetti ormai inutili che a questo punto diventano a tutti gli effetti dei rifiuti.

Infatti nessuno vorrà riutilizzare un rifiuto sporco dal quale qualcuno ha bevuto.

Però è vero che il bicchiere – sporco – resta di mia proprietà almeno fin quando l’uomo o la donna delle pulizie darà il rifiuto a un centro di smaltimento.

E’ solo in quel momento che il mio pieno possesso dell’oggetto viene a cessare.

Tale possesso passerà allora al titolare dell’impianto con tutte le responsabilità che ne conseguono.